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Demenza Senile

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Published by primassistenza on 23 Marzo 2018
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Con la parola demenza senile si designa una condizione (in medicina denominata “sindrome”) contraddistinta da una diminuzione delle prestazione cognitive (quali il ricorso, la logica ed il linguaggio) tale da compromettere le usuali attività (lavoro, hobby, interessi) e relazioni. Alla base della demenza senile, che nella quasi totalità dei casi è progressiva, vi possono essere molte malattie del cervello (la più frequente è la malattia di Alzheimer).

L’uomo lungo il percorso della propria vita subisce progressive modificazioni che si manifestano con una velocità molto variabile da individuo ad individuo. Questa velocità è determinata dalla programmazione delle nostre cellule (fattore genetico) e dallo stile di vita che la persona ha condotto (alimentazione, lavoro, fisico e clima).
Il corpo di conseguenza subisce delle modificazioni: i capelli diventano bianchi e sottili, le masse muscolare si indeboliscono. Assieme agli altri organi anche il cervello subisce alcune trasformazioni: a partire dai 30 anni cominciano a diminuire le strutture di connessione fra una cellula e l’altra. L’insieme delle connessioni fra le cellule evoca l’immagine di un albero, nel processo di invecchiamento del nostro cervello, è come se alcune fronde di questo albero venissero potate e le nuove gemme non avessero più l’opportunità di svilupparsi, il nostro albero quindi a poco a poco si cristallizza.

La demenza senile è una condizione contraddistinta da una diminuzione delle prestazione cognitive
Questo processo di invecchiamento si accompagna in alcuni casi ad un indebolimento delle funzioni intellettive, fra le quali anche la memoria. Molte persone anziane lamentano infatti fatica ad imparare nuovi informazioni o nuove procedure. L’indebolimento della memoria non è però solo dovuto a fattori biologici, accade infatti che la persona anziana, trovandosi in una fase della vita in cui diminuiscono gli impegni e la responsabilità, tenda a ritirarsi ed a perdere motivazioni.
In altri casi, purtroppo, gli anziani vivono, loro malgrado, situazioni di emarginazione, di solitudine e di perdita di relazioni affettive, la mancanza di stimoli sociali e culturali contribuisce in modo sostanziale ad impoverire la mente. Contrariamente al pensare comune, la demenza senile non rappresenta un finale precostituito dal finale tragico e senza speranze per chi invecchia.
Anzi molte persone, novantenni e centenarie, conservano un cervello da invidia: non sono situazioni sporadiche, ma è la dimostrazione lampante che è possibile spingersi alla fine della vita conservando un’ottima salute. In poche parole queste persone sono l’esempio che ci dimostra come sia avverabile diventare vecchio senza essere colpiti dalla demenza senile. E’ pertanto possibile invecchiare mantenendo una sufficiente autonomia e buone capacità intellettive, compresa la memoria, e considerare così la vecchiaia non più soltanto una fase di perdita, ma un periodo di cambiamenti anche positivi.

Sono infatti numerosi gli anziani che, anche in età avanzata, conservano le capacità di svolgere compiti complessi ed impegnativi. Basti pensare alla vivacità intellettuale di alcuni politici, o alle verve creativa di scrittori ultraottantenni.
La demenza rappresenta un problema rilevante dal punto di vista epidemiologico, in particolare nella popolazione anziana: quasi il 11 % degli ultrassessantacinquenni e circa il 21 % degli ultraottantenni che risiedono al domicilio manifestano un grado variabile di deterioramento delle funzioni cognitive. Sulla base delle proiezioni delle Nazioni Unite relative alla popolazione mondiale fino al 2050, il numero di persone affette da demenza senile aumenterà dai 25,5 milioni del 2000 a 63 milioni nel 2030, fino a 114 milioni nel 2050. La demenza senile avrà quindi sempre di più un impatto sulle nostre vite e sulle vite dei nostri cari.
Per la loro dimensione epidemiologica le demenze senili rappresentano oggi una delle principali sfide per i sistemi sociali e sanitari dell’Occidente con notevoli ripercussioni sia sul piano sociale che su quello economico.
Nel 50 – 60 % dei casi la demenza senile è dovuta alla malattia di Alzheimer. Si tratta di una patologia progressiva che prende il nome da Alois Alzheimer, il neurologo che nel 1906 la identificò per la prima volta. In circa il 10 % dei casi la demenza senile è invece dovuta alla cosiddetta arteriosclerosi cerebrale e, in particolare, a lesioni cerebrali multiple (lesioni ischemiche), provocate dall’interruzione del flusso di sangue (è la demenza vascolare). Nel 15 – 20 % dei casi la demenza senile è dovuta alla contemporanea presenza di malattia di Alzheimer e di lesioni ischemiche (la cosiddetta demenza mista). Vi sono poi altre forme di demenza più rare ma ugualmente importanti per le specifiche modalità di presentazione, per la risposta ai trattamenti e per la modalità di trasmissione ereditaria.

 

 

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